19 maggio 2006

Thai Massage - Scuole e Stili

di Cristina Radivo
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La diversità degli stili o scuole di massaggio tradizionale thai, oggigiorno, non è molto evidente, rispetto ai tempi antichi tuttavia sorge l’esigenza di chiarire, almeno in parte, le origini e le differenze, tra i cosiddetti “lineage” del massaggio tradizionale thailandese. Le denominazioni che si possono trovare nei testi, come: nuad bo-ran, nuat borarn, nuat phaen boran, o altri fac-simile, sono una traslitterazione fonetica, più o meno valida, di una parola thai che significa massaggio antico o "tradizionale". I vari termini: thai massage, traditional thai massage, thai yoga massage, etc. ... sono una traduzione, dalla lingua thai. Queste espressioni dovrebbero riferirsi, senza eccezione, unicamente all’antico massaggio tradizionale thailandese! Due indirizzi prestigiosi sono: la scuola del Wat Pho, a Bangkok, dove si apprende lo "stile del Sud" e la Thai Massage School, a Chiang Mai, che propone lo "stile del Nord". Queste due forme di massaggio tradizionale thai, sono anche indicate come: "stile reale”, quello che viene insegnato al Wat Pho, accanto al tempio del Buddha disteso, a Bangkok, e "stile rurale", la forma che si può imparare a Chiang Mai e in generale nel nord della Thailandia. Lo stile del Sud o "stile reale": l’espressione deriva probabilmente, da un vissuto storico, correlato all’insediamento, nel delta del fiume Chao Phraya, da parte delle genti thai sopravvissute all’assedio e al rogo che causò la distruzione della capitale di Ayutthaya, alla fine del ’700, ad opera dei Birmani. I superstiti, nobili e gente comune, abbandonarono la città ormai ridotta ad un cumulo di macerie e di cenere e si stabilirono più a Sud, sulla sponda ovest del fiume Chao Phraya, che sfocia nel Golfo del Siam. I thai ricostituirono, nell’area denominata Thon-buri, la Corte Reale e gli organismi sociali e di Governo, con il supporto di popolazioni thai e di origine cinese, originarie del sud. La comunità diede seguito, sulla sponda opposta del fiume, alla costruzione di Krung Thep, una città edificata su palafitte e percorsa da canali navigabili, che fu consacrata ufficialmente, nel 1782; ebbe così i natali, Bangkok, l’odierna capitale della Thailandia. Lo stile del Sud o "stile reale", utilizza molto il “thumbing”, il lavoro con i pollici e il “palming”, con il palmo delle mani, sui 10 Sen, le linee d'energia thai; è uno stile forte, deciso, che lavora sui tendini e sui legamenti in modo piuttosto energico e profondo. Talvolta, può essere piuttosto doloroso ma indubbiamente è uno stile di massaggio molto efficace, nella risoluzione di molte indisposizioni. Probabilmente questa caratteristica di lavoro con i pollici, è dovuta al fatto che a quella epoca, nella comunità sorta da poco, fossero presenti nobili dell'aristocrazia e principi della Casa Reale, quindi, il fatto di usare, nel trattamento, parti del corpo, considerate meno decorose, quali i piedi, le ginocchia o i gomiti, poteva essere percepito come una mancanza di deferenza o un gesto irriverente. Inoltre secondo alcune fonti, non veniva praticato il massaggio in posizione prona, per motivi precauzionali, del ricevente. Il consolidamento di questa definizione, in tempi moderni, probabilmente si deve ad una pregevole e importante iniziativa, messa in atto nella prima metà dell’800, all'epoca del regno di Rama III°. Nel 1836, il Re del SIAM, allo scopo di salvaguardare dall’oblio, le tracce di un patrimonio culturale relativo alle Arti di guarigione, andato quasi del tutto distrutto o disperso nel corso dei secoli, riunì tutta la documentazione esistente, relativa alle Scienze Mediche, alla Farmacopea e al massaggio Nuad Boran, nei padiglioni del Wat Phra Chetuphon o Wat Pho, a Bangkok. Rama III° diede l’incarico a mastri artigiani, di incidere, su tavole di pietra, sotto le direttive, di Maestri, Medici tradizionali e massaggiatori, le nozioni pratico-teoriche dei Sen e dei punti terapeutici di trattamento del Nuad-Boran. Per decreto reale, furono fatte scolpire sessanta lastre di ardesia; in trenta di queste tavole, si espone la visione frontale del corpo umano e vi si identificano i tracciati dei Sen e dei collegamenti con i punti terapeutici e nell’altra metà si propone la proiezione dorsale del corpo con i corrispondenti percorsi speculari e i relativi collegamenti con i punti energetici di trattamento. Queste mappe, furono collocate lungo le pareti di alcuni padiglioni, a formare la -Galleria Medica- nel complesso del Wat Po, affinché fossero a disposizione, per consultazione o studio, e sono tuttora visibili al folto pubblico dei visitatori e dei turisti. I successori di Rama III, continuarono l’opera di recupero; facendo tradurre e ricopiare, dal Pali e dal Sanscrito, in lingua thai, gli antichi testi delle Scienze Mediche Tradizionali. L’attuale struttura, fu avviata a partire dal 1955, per incarico del Ministero della Sanità. Il Collegio dei medici specializzati nelle Antiche Dottrine Terapeutiche Tradizionali, costituì, all’interno dell’area del Wat Po, la Scuola di Scienze Mediche Tradizionali Thailandesi e di Massaggio. Dall’inizio degli anni ’90, nei due padiglioni della Scuola, è stato possibile, anche per gli occidentali, frequentare i corsi standard proposti. Fino a pochi anni fa, la scuola prediligeva, nei corsi standard, l'insegnamento tradizionale, tra istruttore e allievo, essenzialmente pratico, mentre la teoria veniva poco sviluppata; adesso, la struttura e lo stile di insegnamento che sono stati uniformati alle esigenze correnti. Lo "stile rurale” o ”Stile del Nord", praticato più diffusamente al nord, viene insegnato alla Scuola di Medicina e Massaggio Tradizionale, fondata oltre 40 anni fa, a ChiangMai, la città thailandese più importante, dopo Bangkok. La Thai Massage School, è dedicata alla figura leggendaria del fondatore storico del Thai massage: il medico di origine indiana: Jeevaka Khumarabaccha o Shivago Komarpaij.
L’edificio che attualmente ospita la ”Foundation of Mo Shivago Komarpaji”, si trova di fianco all’Old Traditional Medicine Hospital e dopo le recenti migliorie attuate, le aule offrono ambienti funzionali e confortevoli. Vengono tenuti ciclicamente corsi standard; le classi sono eterogenee e viene abbastanza approfondita la parte teorica. L’atmosfera e il fascino delle vecchie aule, dal pavimento in solide, profumate tavole di legno di tek, con il campionario delle erbe officinali, appeso alle pareti e con i ventilatori a pale, sul soffitto, è scomparso. Non è più possibile, durante le lezioni, percepire e aspirare gli effluvi fragranti, che si insinuavano tra gli interstizi del pavimento, dal piano sottostante, emanati dai preparati fitoterapici usati nei bagni di vapore, come complemento della terapia. Lo stile del Nord o “stile rurale”, si consolida con la riconquista, da parte dei thai, delle regioni settentrionali, occupate dai Birmani. Esso mostra l'influsso proveniente dalle culture tipiche delle etnie semi-nomadi, e dell’apporto di gruppi thai, di origine indiana e cinese. La conoscenza delle pratiche di guarigione, nei tempi antichi, era trasmessa da maestro a discepolo, con l’insegnamento orale e l’esperienza diretta e il più delle volte rimaneva circoscritta nei confini del villaggio. Lo stile del Nord prevede il massaggio del corpo anche in posizione prona ed è più gradito dagli occidentali, in quanto considerato più morbido. Impiega di più il “palming”, pressioni del palmo delle mani, con movimento ritmato, lungo le linee energetiche dei Sen. Lo “stile rurale”, utilizza, anche le compressioni con i gomiti, le ginocchia e i piedi, abbinate alle mobilitazioni articolari e agli allungamenti muscolari. Attualmente, le due Scuole, propongono uno stile uniformato, applicando il trattamento di massaggio completo del corpo e le quattro posizioni ortodosse: supino, prono, sul fianco, seduto. Le stimolazioni dei 10 Sen, con il “palming” e il “thumbing” sono abbinate a movimenti di distensione degli arti, comunemente definiti: “stretching”. Le forme delle due Scuole e gli stili di manipolazione, sono complementari e interscambiabili ed entrambe concordano sui concetti teorici, in parte di derivazione indiana, dei 10 sen thai e dei loro percorsi principali lungo le linee energetiche. Le differenti modalità di massaggio, vengono utilizzate, a seconda delle necessità del ricevente. Queste due autorevoli scuole tradizionali, hanno formato nel corso degli anni, moltissimi insegnanti, che a loro volta, hanno attivato numerosi centri didattici sia in Thailandia che all’estero. Oltre a queste scuole famose, ci sono altre opportunità di ricevere lezioni di Nuad Boran. Il presupposto ideale, per apprendere in modo appropriato, consiste nel trovare un bravo maestro thailandese, disponibile a trasmettere la propria arte e ad accettare come suo allievo, l’aspirante studente. In Thailandia, si usa ancora questo sistema tradizionale di insegnamento, il quale richiede, da parte dell’allievo, più tempo a disposizione, di quello normalmente usufruibile, durante una comune vacanza, perciò è meno realizzabile per gli studenti occidentali. Questo sistema d’insegnamento, che si potrebbe definire: apprendimento per osmosi, è raro in Occidente, mentre in Thailandia, è piuttosto ricorrente.
Il Nuad Boran ha una profonda componente mistica di derivazione buddhista; è uno degli aspetti delle Arti di benessere e guarigione thailandesi, che comprendono tra l’altro la Fitoterapia, la pratica Yoga e la Meditazione. L’allievo che impara seriamente la tecnica, divenuto operatore, attinge alla sua esperienza e lavora, durante il massaggio, in una condizione psichica di tipo meditativo. Per facilitare questo particolare stato mentale che favorisce la percezione e la sensibilità, prima di iniziare il massaggio, viene tuttora recitata una breve puja, un’invocazione a “Father Doctor Shivago” affinché guidi, con il suo Spirito, le mani del massaggiatore e sia di sostegno, per eliminare il dolore e la sofferenza. L’operatore è conduttore di un’energia singolare, favorita e veicolata dal suo stesso atteggiamento di profonda concentrazione, di modo che, quando inizia il massaggio, le sue mani hanno una sensibilità più raffinata. Il ritmo particolarissimo del Thai Massage, avendo una cadenza quasi ipnotica, è molto collegato al ciclo della respirazione profonda che induce ad uno stato ottimale di rilassamento, accordando un grande giovamento, sia al corpo che alla mente: armonizza l’energia della persona che riceve e, non ultimo, è di beneficio anche all’operatore.
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Bibliografia:
Asokananda - Harald Brust, Il massaggio tailandese (Ed. Mediterranee).
Sombat Tapanya, Il massaggio tradizionale thailandese (Xenia Edizioni).

17 maggio 2006

Solidarietà in India

di Cecila Bianchi Milella, presidente dell’Associazione Mira.

Ritornati da Khajuraho , nel Madhja Prdesh, in India, dove abbiamo trascorso due settimane, desideriamo far partecipi i nostri soci , amici e tutti i lettori dei progressi dell’ opera di aiuto umanitario che la nostra Associazione sta svolgendo.
Va precisato che l’Associazione Mira opera di concerto con l’Associazione francese Devidine a sostegno della locale Sharma Yogi International Mission (www.sharmayogi.it) che ha lo scopo prioritario di aiutare la popolazione locale con interventi di carattere sanitario, educativo e di sviluppo economico. In particolare il nostro aiuto è rivolto alla costruzione di un nuovo edificio scolastico per i bambini più poveri. La scuola, avviata già da un anno e frequentata da più di trenta bambini della zona, è stata riconosciuta dal Ministero dell’ Istruzione del Governo Indiano grazie all’interessamento del suo direttore didattico il bramino Ram Prakash Sharma che è anche il presidente della Missione Internazionale. Provvisoriamente la scuola si trova in una costruzione di fortuna molto piccola, troppo piccola, ed i bambini delle due classi sono costretti a fare lezione all’aperto. I lavori di costruzione iniziati nel marzo del 2005 sono a buon punto: manca ancora il tetto e le rifiniture interne. Il nuovo edificio consta di cinque locali di cui uno sarà dedicato alla biblioteca che nelle nostre previsioni dovrà essere fruibile anche dalla popolazione adulta. L’Associazione Mira ha intenzione di continuare nella propria attività di solidarietà grazie alla quale con i fondi raccolti fino ad ora e consegnati personalmente da Cecilia Bianchi Milella, Presidente dell’Associazione Mira, si sono potuti acquistare i materiali edili per la copertura della scuola. Non dimentichiamo il generoso contributo della Sezione di Pordenone dell’Associazione Nazionale Alpini e del Coro Montecavallo che nello scorso mese di dicembre si sono prodigati nell’organizzazione di un concerto corale di beneficenza e non dimentichiamo nemmeno tutte le altre donazioni ricevute. Ricordiamo che il bramino Ram Prakash Sharma sarà in Italia il prossimo mese di maggio per una serie di conferenze e di seminari: per chi ne fosse interessato può contattarci per conoscere il programma. Confidando ancora nella generosità dei lettori e degli amici che ci hanno finora sostenuto ringraziamo tutti e vi invitiamo a seguirci nelle nostre attività.

Per ulteriori informazioni ed approfondimenti: associazionemira@libero.it
Cell. 347.9455220.

09 maggio 2006

DIVENIRE MOLTEPLICE

“Una e la stessa è la via all’in su e la via all’in giù” (Eraclito)
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Nella cosmologia eraclitea il fuoco rappresenta l’immagine del mondo. Esso è per sua natura in continua trasformazione e dà vita a diversi stati di natura: raffreddandosi diventa acqua e poi terra, che si fa di nuovo acqua ed ancora fuoco. Capace di distruggere e mutare ogni cosa, nelle modalità della sua essenza, è l’elemento divino, animico e dinamico che esprime il principio cosmico che tutto governa, comprende ed abbraccia. Il fuoco è per Eraclito radice fondante dell’esistenza e della natura, logos che traduce una straordinaria ed anticipatrice visione ciclica e naturalistica dell’universo, è espressione ultima della verità interiore. Saggio è, infatti, chi si impadronisce di sé stesso ed impara a guardare con spietato nitore la propria anima, superando la fallacia delle realtà apparenti. Saggio è chi sa accogliere la razionalità profonda che si stabilisce tra tutti gli elementi e le forze che scandiscono e duellano nella vita quotidiana di ogni essere vivente e che, oltre lo sforzo dei contrasti, si ritrovano in un orizzonte di armonia più vasta ed universale. Negli stessi anni (500 a.C. circa, perché la sua biografia è assai incerta) in cui “fiorì” (espressione che i greci usavano per designare la piena maturazione di un uomo) il pensiero del filosofo di Efeso, dall’altra parte del mondo, in Cina, il Vecchio Maestro Laoze tracciava nel libro del Tao (via, norma, ragione, dunque anche logos) i solchi d di un altro caposaldo del nostro sentire. La sua metafisica è basata anch’essa su sistemi contrapposti (uomo e natura, principio femminile e maschile, notte e giorno, buio e luce, vita e morte) e su una serie infinita di cambiamenti che generano e disfano senza sosta le matasse dell’universo umano e naturale. Ma l’etica di Laozi, diversamente da Eraclito, predica, in conformità del Tao, il “wu-wei”, la via del non agire e del non desiderare, che non vuol significare affatto passività, ma capacità per l’uomo di aderire al flusso del divenire. I due specchi della mente, da Oriente ad Occidente, erano perfettamente conformi, solo la sciocchezza storica umana li ha poi, nel tempo, separati.
(tratto da: editoriale BioGuida n.6 di Mariangela Valentini, direttore responsabile)

08 maggio 2006

Lava la tua ciotola !!!

Un giovane monaco, appena arrivato nel monastero Zen
del grande maestro Joshu, chiese di avere un colloquio personale con lui...
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"Maestro, dopo tanto studio e tanti viaggi,
eccomi alla fine nel tuo monastero..."
disse il monaco
"ti prego, dammi qualche consiglio in modo da potermi ambientare
per apprendere al più presto i tuoi insegnamenti per ottenere l'illuminazione..."
"Hai mangiato la tua zuppa?" Chiese Il maestro...
"Sì..." Fu la risposta stupita del monaco.
"Allora và a lavare la tua ciotola!" Concluse Joshu.

04 maggio 2006

Le incomprensioni...
ovvero l'inutilità del discutere e del litigare!
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Dialogo per ottenere ospitalità:
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Nell'antichità i monaci viandanti, per poter accedere ad un monastero Zen e ricevere ospitalità lungo il loro cammino, dovevano sottoporsi ad una prova, consistente in una discussione sul buddhismo con il monaco responsabile del tempio. Se vincevano il dibattito, dimostrando grande arguzia o saggezza, acquisivano il diritto di alloggiare nel monastero.
In un piccolo monastero vivevano 2 fratelli monaci, uno (il più anziano) saggio e colto, l'altro (il più giovane) piuttosto stolto e privo di un occhio.
Un giorno si fece vivo un monaco viandante che, come da tradizione, chiese di affrontare una discussione per essere ammesso al monastero dove trascorrere la notte. Dal momento che il monaco anziano era particolaremente stanco e affaticato per il troppo studio, chiese al fratello più giovane di andare ad accogliere il viandante, raccomandandogli di non impegnarsi in discorsi troppo difficili...
Trascorso poco tempo, il viandante chiese di poter salutare il monaco più anziano, che era il capo del tempio, prima di partire:
"sono venuto a porgerti i miei saluti, poichè devo rinunciare alla vostra ospitaltà, avendo perso il confronto con tuo fratello..."
Al che il monaco anziano, incuriosito, disse:
"ti prego, prima raccontami come si è svolto il dibattito..."
E l'altro: "appena ci siamo presentati, io ho alzato 1 dito in silenzio, a simboleggiare il Buddha, l'illuminato... tuo fratello ha subito alzato 2 dita, a simboleggiare Il Buddha e i suoi sacri insegnamenti, il Dharma. Quindi io ho alzato 3 dita, a simboleggiare il Buddha, il Dharma e il Sangha, la nobile comunità dei suoi discepoli... E' stato allora che tuo fratello mi ha mostrato il pugno chiuso, senza dita, per simboleggiare che tutto, alla fine, proviene e fa parte di un'unica realtà... Adesso vado, poiché ho perduto, grazie alla grande saggezza di tuo fratello!"
Subito dopo ecco arrivare il fratello più giovane, e stolto...
"dove si è nascosto quel malandrino del viandante?" Chiese tutto agitato...
"E' appena andato via. Perché avrebbe dovuto nascondersi?"
Disse il fratello più anziano.
E l'altro:
"Perchè mi ha insultato profondamente... ha fatto bene a scappare!
Pensa: quando ci siamo presentati, per prima cosa ha alzato 1 dito, per dimostrare che si era accorto che io ho un occhio solo! Allora, per educazione, gli ho risposto alzando 2 dita, per complimentarmi con lui che invece di occhi ne ha due... Quindi, la canaglia, ha alzato 3 dita, ad indicare che tutti e due assieme facciamo appena 3 occhi... Allora io non mi sono più trattenuto e gli ho mostrato il pugno chiuso per fargli capire che, se non la smetteva, gli avrei spaccato il muso...!"
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E noi, quando litighiamo e ci perdiamo in lunghe discussioni, con chi lo facciamo veramente? Con un altro o con noi stessi?
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