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Nella cosmologia eraclitea il fuoco rappresenta l’immagine del mondo. Esso è per sua natura in continua trasformazione e dà vita a diversi stati di natura: raffreddandosi diventa acqua e poi terra, che si fa di nuovo acqua ed ancora fuoco. Capace di distruggere e mutare ogni cosa, nelle modalità della sua essenza, è l’elemento divino, animico e dinamico che esprime il principio cosmico che tutto governa, comprende ed abbraccia. Il fuoco è per Eraclito radice fondante dell’esistenza e della natura, logos che traduce una straordinaria ed anticipatrice visione ciclica e naturalistica dell’universo, è espressione ultima della verità interiore. Saggio è, infatti, chi si impadronisce di sé stesso ed impara a guardare con spietato nitore la propria anima, superando la fallacia delle realtà apparenti. Saggio è chi sa accogliere la razionalità profonda che si stabilisce tra tutti gli elementi e le forze che scandiscono e duellano nella vita quotidiana di ogni essere vivente e che, oltre lo sforzo dei contrasti, si ritrovano in un orizzonte di armonia più vasta ed universale. Negli stessi anni (500 a.C. circa, perché la sua biografia è assai incerta) in cui “fiorì” (espressione che i greci usavano per designare la piena maturazione di un uomo) il pensiero del filosofo di Efeso, dall’altra parte del mondo, in Cina, il Vecchio Maestro Laoze tracciava nel libro del Tao (via, norma, ragione, dunque anche logos) i solchi d di un altro caposaldo del nostro sentire. La sua metafisica è basata anch’essa su sistemi contrapposti (uomo e natura, principio femminile e maschile, notte e giorno, buio e luce, vita e morte) e su una serie infinita di cambiamenti che generano e disfano senza sosta le matasse dell’universo umano e naturale. Ma l’etica di Laozi, diversamente da Eraclito, predica, in conformità del Tao, il “wu-wei”, la via del non agire e del non desiderare, che non vuol significare affatto passività, ma capacità per l’uomo di aderire al flusso del divenire. I due specchi della mente, da Oriente ad Occidente, erano perfettamente conformi, solo la sciocchezza storica umana li ha poi, nel tempo, separati.
(tratto da: editoriale BioGuida n.6 di Mariangela Valentini, direttore responsabile)
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